Il retro della monumentale tela di Maselli racconta tutto

Il retro della monumentale tela di Maselli racconta tutto

È tutto in un nome

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Titina Maselli, la donna dietro la firma. Francesca Amè dipinge un interessante ritratto di parole dell'artista nel quotidiano italiano, Il giornale (2015): "Cosmopolita, bella, arguta ed elegante, Titina Maselli ha sempre perseguito un'arte controcorrente: mai un'etichetta di comodo, mai un'opera dipinta secondo la moda del momento, mai un ammiccamento al mercato (non aveva un mercante né una galleria di riferimento). Dipingeva vestita in Chanel, si spostava solo in taxi e regalava laute mance; appena ventenne, sposa Toti Scialoja ma, 'troppo simili per durare', due anni dopo dice addio a lui e alla Scuola romana (di Festa, Schifano, Rotella). Negli anni Cinquanta va a New York, dove vive in un modesto alloggio e assume – nelle giuste dosi – la lezione della Pop Art. Torna poi a Roma per proporre una pittura forte, fatta di segno e di colore (i blu, gli inconfondibili viola, i rossi, i gialli). Lei che è uno scricciolo dipinge pugili, atleti, stadi, lei che non guida ritrae auto e camion. Nella capitale non cerca le vedute antiche ma i cavi elettrici, i neon, le insegne dei bar: brama «cose urbane» da riversare sulla tela."