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Il capolavoro dell'artista Félicie de Fauveau, in restauro a Santa Croce

Il capolavoro dell'artista Félicie de Fauveau, in restauro a Santa Croce

Dietro al monumento in restauro… la donna

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Félicie de Fauveau, la prima donna scultrice a vivere della propria arte. Félicie trascorse la propria infanzia a Firenze e si trasferì in Francia nel 1826, al culmine del periodo di restaurazione che seguì alla ripresa del potere da parte della dinastia borbonica, e fu là che apprese l'arte della pittura e, successivamente, della scultura. Non c'è accordo tra gli storici riguardo al fatto se abbia effettivamente ricevuto una formale educazione nel campo della scultura; secondo una popolare leggenda, in seguito al colloquio con un artigiano di figure religiose Félicie fece una singolare affermazione: "Anche io sono uno scultore". In Francia, de Fauveau divenne un'ardente attivista politica e un'appassionata legittimista, fermamente convinta del diritto alla successione per gli ultimi discendenti della monarchia borbonica. Nel 1833, quando si trasferì a Firenze in esilio volontario, il suo entourage di amici comprendeva lo scultore Lorenzo Bartolini, la poetessa Elizabeth Barret Browning, il restauratore Antonio Marini e la principessa Carolina Bonaparte. Fu da subito accolta con favore dalla comunità intellettuale internazionale e ricevette molte remunerative commissioni, alcune delle quali provenivano dal principe Anatoly Demidoff e dallo zar Nicola I. La sua casa-studio in via dei Serragli a Firenze, nell'ex convento di Santa Elisabetta delle Convertite, divenne una mecca artistica per i viaggiatori stranieri del Grand Tour. Opportunamente, gli stessi locali sono oggi sede di una scuola professionale per l'avviamento ai mestieri artigianali.

Tratto da: "Félicie de Fauveau: Passione artistica ed esilio politico" di Jane Fortune, al Santa Croce in rosa.