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Il capolavoro della Siriès fu una delle vittime illustri dell’alluvione del 1966, dimenticata per i successivi 50 anni. Immersa nel fango quando l’Arno ruppe gli argini, distruggendo più di 14.000 opere d’arte, la tela della Siriès sopravvisse miracolosamente. In urgente bisogno di restauro, ha posto domande inizialmente rimaste senza risposta allorché fu rimossa dalla nicchia in cui si trovava 50 anni dopo l’alluvione. Come scoprirono le restauratrici, al loro ritiro le acque lasciarono le pareti della chiesa estremamente umide, creando un ambiente ideale per le muffe che avrebbero potuto danneggiare l’opera in maniera definitiva. “Non avevo mai visto una simile presenza di muffa attaccare un dipinto”, ha detto la restauratrice Elizabeth Wicks che, insieme a Nicoletta Fontani, ha condotto il restauro finanziato da AWA e dalla dott.ssa Jane Fortune. I lavori di recupero dell’opera sono avvenuti sotto la guida della dott.ssa Ilaria Ciseri della Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e del Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato. “Siamo arrivate appena in tempo!” ha esclamato Elizabeth Wicks. “Le muffe avevano corroso i lati della tela e gli strati della preparazione di base, e vaste aree del dipinto si erano staccate dalla tela stessa e rischiavano di sfaldarsi. Oltre due terzi dell’intonaco nascosto dietro al dipinto era crollato”.