San Domenico restaurato, osserva come il suo dipinto gemello è preparato per lo studio di conservazione.

San Domenico restaurato, osserva come il suo dipinto gemello è preparato per lo studio di conservazione.

Introdotta nelle tradizioni spirituali

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L'arte devozionale di Nelli rende omaggio al patrono del suo ordine. Nel 1865, la lunetta di San Domenico fu trasferita in quello che oggi è il Museo dell'Ultima Cena di Andrea del Sarto. Nello stesso anno il museo divenne dimora di opere del XVI secolo provenienti dai monasteri della regione, soppressi secondo le leggi napoleoniche. La studiosa italiana di Nelli, Fausta Navarro, descrive il significato religioso del dipinto come segue: "Nella lunette raffigurante San Domenico riceve il Rosario, la Madonna appare al Santo fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori e gli consegna una filza di grani, ovvero una corona ed un fascio di rose, che viene quindi, chiamato rosario. Il Rosario corrisponde ad una pratica devota, tuttora in uso, in onore della Madonna che consiste nella recita di 150 Ave Maria, divise in 15 decine, intercalate dalla recita di altre preghiere. La sua invenzione fu attribuita a San Domenico e, sin dal XII secolo, l’Ordine Domenicano promosse la pratica di queste preghiere che, una dopo l’altra, formano una corona di rose alla Madonna."

Citazione da: Orate Pro Pictora, Pregate per la Pittrice (The Florentine Press, 2009)