Il Greta Garbo di Maselli alla Biennale di Venezia del 1964, con F. Angeli, M. Calvesi, T. Maselli, T. Festa, M. Schifano e G. Fioroni.

Il Greta Garbo di Maselli alla Biennale di Venezia del 1964, con F. Angeli, M. Calvesi, T. Maselli, T. Festa, M. Schifano e G. Fioroni.

Una leggenda tra le leggende

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Una fotografia vintage scattata alla Biennale di Venezia del 1964, rivela che Maselli è in buona compagnia. Greta Garbo fece il suo debutto alla Biennale di Venezia nel 1964, quando l'Italia stava iniziando a beneficiare del "boom economico" che catapultò il paese fuori dalla povertà del dopoguerra. L'ormai leggendaria mostra d'arte (edizione XXXII) era davvero fondamentale. La presenza della Pop Art americana era onnipresente e la stampa europea corteggiava artisti del calibro di Robert Rauschenberg, Jasper Johns e Jim Dine, che alla fine resero popolare il genere anche in Italia. Quasi immediatamente dopo la Biennale, gli Stati Uniti avrebbero preso il posto dell'Europa come capitale dell'arte, soprattutto in termini di potenziale di mercato. Si pensa che Maselli abbia anticipato la tendenza della Pop Art durante il suo soggiorno a New York, e Greta Garbo è vista da alcuni come la prova che fosse aggiornata sull'arte d'avanguardia. La sua rappresentazione di grandi dimensioni della carismatica attrice svedese è certamente in linea con uno dei principi guida del movimento: riconoscimento immediato del soggetto pittorico. Maselli parteciperà a cinque Biennali di Venezia nel corso della sua carriera.