Il ritratto di Manzini tra gli altri grandi presso studio di restauro: Morante e Moravia.

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Il dipinto di Pincherle in 'buona compagnia'

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Una fotografia in studio testimonia le relazioni di alto profilo di Pincherle. Alcuni studiosi affermano che sia la 'diretta responsabile' della sua mancanza di fama. "Proprio nel momento in cui sembrerebbe consolidarsi e diffondersi la conoscenza del suo iter creativo, Cesare Vivaldi si riferiva ad Adriana come a una 'pittrice indubbiamente nota, soprattutto a Firenze dove vive, apprezzata dalla critica e dal pubblico, ma che in sede storica non ha avuto ancora la sua giusta collocazione e una valutazione piena', venendo ignorato, nei manuali e nei volumi sull’arte italiani del secondo Novecento, il suo rilevante contributo alla Scuola romana e al neo-cubismo del primo dopoguerra. 'Qualche responsabilità di tale trascuratezza' per Vivaldi 'va addebitata alla stessa Pincherle, artista isolata e indipendente e orgogliosa, certo, ma per di più pessima amministratrice di se stessa, sperperatrice di opere (molte delle quali, in ispecie le più antiche, smarrite o distrutte o ridipinte da lei o dal marito Onofrio Martinelli), disperditrice di documenti e di fotografie, disordinata e incurante del proprio archivio personale'".

Citazione dal saggio 'Opere di Adriana Pincherle in collezioni fiorentine' di L. Manini, in Pincherle e Pacini: Pittrici del Novecento a Firenze (The Florentine Press, 2016).