La versione di Assisi della Santa Caterina con il giglio di Nelli, restaurata in tempo per la prima monografia dell'artista. Gallerie degli Uffizi, 2017. Nel catalogo, Arte e devozione sulle orme di Savonarola, la studiosa Fausta Navarro scrive: “Dipinti verosimilmente nel corso del settimo e ottavo decennio del Cinquecento, la serie dei ritratti si distingue per la luminosità diffusa del fondo verde ottenuta con pennellate di denso colore che si irradiano dal capo della Santa con un progressivo schiarimento, come se fossero raggi di luce; il volto appare assai ringiovanito come quello di una fanciulla, al pari di quanto accadeva durante le estasi delle altre ‘sante vive’. L’immagine della santa che soffre è concepita per rafforzare la preghiera e la meditazione sulla sofferenza di Cristo e per muovere a loro volta i fedeli agli stessi sentimenti, perfettamente in linea con i dettami della pittura religiosa sanciti dal Concilio di Trento.”